Meccanismi d’azione dell’agopuntura

Il vastissimo edificio teorico della medicina cinese classica resta sullo sfondo nel momento in cui cerca di dar conto delle spiegazioni scientifiche dei meccanismi d’azione dell’agopuntura.              Di seguito si fornisce una discussione sull’argomento, alla luce della letteratura scientifica in campo biomedico.

 

In premessa si evidenzia che lo stimolo prodotto dalla infissione dal metallo degli aghi nell’ambiente idrosalino del corpo, una volta superata la barriera isolante costituita dalla pelle, produce una serie di effetti di natura bioelettrica. Tali effetti si determinano a livello della puntura, localmente, sia sull’ambiente extracellulare che sulle cellule, in particolare macrofagi.                      I punti di agopuntura, quasi universalmente riconosciuti tali da parte di tutte le scuole, hanno caratteristiche particolari poiché in loro corrispondenza la resistenza elettrica cutanea è minore rispetto alle resto della pelle e anche poiché al loro livello, nel sottocute e nel derma, vi è una maggiore concentrazione dei recettori nervosi.

Lo stimolo biolettrico portato dagli aghi metallici ha anche e soprattutto un’azione a distanza, poiché la stimolazione dei recettori vien condotta verso il sistema nervoso centrale mediante le fibre nervose del sistema nervoso periferico, soprattutto simpatico e parasimpatico, le due grandi componenti del sistema neurovegetativo.

Vi è ancora un effetto metamerico (cioè a livello della sezione del corpo cui appartiene la parte del corpo punta), ma soprattutto importante è connessione con le parti più profonde e antiche del sistema nervoso centrale.

Gli effetti più generali ed importanti sono legati a tre gruppi di fattori: regolazione neuro-endocrina, azione riflessa, analgesia.

 

  1. Regolazione neuro-endocrina.

 

Dosaggi eseguiti durante elettro-agopuntura praticata a scopo analgesico hanno dimostrato un aumento di beta-endorfine nel plasma, di beta-endorfine, meta-encefaline e leu-encefaline cerebrali e di dinorfine nel liquido cefalo-rachidiano. È descritto inoltre un abbassamento della concentrazione plasmatica di ioni potassio, istamina e bradichinina (sangue periferico), un tipico effetto anti-prostaglandinico. Se a tutt’oggi ancora poco si sa dell’effetto dell’agopuntura su prostaglandine e trombossani, sono invece discretamente conosciuti i rapporti tra agopuntura e oppioidi endogeni. È noto che endorfine, encefaline, dinorfine sono prodotte dalle cellule di molti tessuti. Esse controllano (stimolazione, inibizione, modulazione, integrazione) molte funzioni dell’organismo, quali secrezioni endocrine e ritmi di attività viscerali (ad esempio, liberazione di ossitocina dalla neuro-ipofisi, peristalsi del tubo digerente, attività linfocitaria, ritmo cardiaco e respiratorio, risposta dell’utero alla stimolazione ossitocica ecc.). È probabile che gli effetti dell’agopuntura su una serie di funzioni dell’organismo (nervosa, endocrina, immunitaria, cardiocircolatoria, digestiva, urinaria) siano dovuti a variazioni dei livelli plasmatici o tissutali di sostanze oppioidi o altri mediatori. Ad esempio, l’agopuntura tradizionale è in grado di aumentare il contenuto di beta-endorfine nelle cellule mononucleate del sangue periferico, e di influenzare (incrementandola) la proliferazione linfocitaria mitogeno-indotta.

Al di là dell’effetto sui livelli di oppioidi endogeni, vari studi hanno indagato altre risposte endocrine all’agopuntura. A livello di ipotalamo ed ipofisi posteriore essa induce deplezione di granuli neuro-secretori dal nucleo-sopraottico e secrezione di ossitocina. A livello di ipofisi anteriore, oltre alla sopraccitata modulazione gonadotropinica, l’agopuntura induce la secrezione di prolattina e di ACTH. A livello della tiroide sono stati osservati riduzione del volume ed aumento dell’attività tiroidea (con deplezione di sostanza colloide dai follicoli), in pazienti affetti da gozzo endemico trattati con agopuntura. Gli effetti sarebbero inversi in caso di iperfunzione. A livello di corticale del surrene l’agopuntura induce un aumento della secrezione di cortisolo; da esperimenti su ratti si visto che tale effetto modulato dagli ormoni sessuali: testosterone nel maschio e fase follicolare del ciclo nella femmina diminuiscono la risposta cortico-steroidea all’agopuntura. A livello della gonade femminile l’azione dell’agopuntura si esplica verosimilmente tramite la modulazione delle gonadotropine. In particolare è stata documentata la diminuzione della secrezione estrogenica in caso di iperestrogenismo.

 

2 -Azione riflessa

 

La teoria riflesso-terapica afferma la possibilità di provocare delle risposte riflesse nell’organismo utilizzando stimoli superficiali di vario tipo (agopuntura, massaggio, digitopressione, mobilizzazione articolare, manipolazione vertebrale). Vari studi hanno mostrato le correlazioni esistenti tra il percorso dei meridiani di agopuntura con i dermatomeri di Head e le zone di dermalgia riflessa di Jarricot. Una buona corrispondenza esiste anche tra i “trigger points” ed alcuni punti di agopuntura.

Lo stimolo agopunturale percorrerebbe un arco riflesso: afferenza sensitiva -corno posteriore del midollo spinale -corno anteriore -efferenza motoria (viscerale o somatica) -organo bersaglio. Questo semplice schema di base è in realtà complicato da una serie di interferenze con e da livelli superiori del sistema nervoso. È probabile tra l’altro che la teoria dei neuro-mediatori (esposta al punto precedente) e quella riflesso-terapica possano essere integrate in un solo schema. Si dovrebbe cioè parlare non di meccanismo, ma di meccanismi d’azione dell’agopuntura. Ad esempio l’effetto antiflogistico che si ottiene in campo reumatologico è probabilmente l’espressione combinata dell’influenza dell’agopuntura sul sistema nervoso autonomo, sulla circolazione locale, sull’immunità cellulare e sul sistema endocrino.

In ogni caso, per ciò che riguarda gli effetti riflessi viscerali dell’agopuntura, mediati dal sistema nervoso autonomo, sono riportati effetti simpatico-mimetici, parasimpatico-mimetici o parasimpatico-litici sul sistema cardiovascolare, sul sistema respiratorio (ritmo, diametro bronchiolare), digestivo (peristalsi, secrezioni), urinario (filtrazione renale, peristalsi ureterale, performances del detrusore vescicale) e sul metabolismo.

 

3 -Analgesia

 

L’azione analgesica dell’agopuntura che ha trovato impiego (soprattutto in Cina) sia nel campo dell’anestesia, sia nel campo dell’anestesia chirurgica,  sia nel campo della terapia del dolore acuto e cronico) è dovuta al combinarsi di meccanismi centrali e periferici. Schematicamente i vari livelli interessati sono:

-Midollo spinale: lo stimolo agopunturale, condotto lungo le grosse fibre A-beta, attiva gli interneuroni inibitori della formazione reticolare spinale, i quali operano un blocco (post-sinaptico) dei neuroni delle corna dorsali, da cui originano i fasci ascendenti paleo-e neo-spinotalamico.

-Midollo allungato: lo stimolo agopunturale, attraverso il fascio ventro-laterale, giunge alla formazione reticolare del midollo allungato. Da qui partono segnali discendenti che inibiscono parzialmente le fibre dolorifiche sottili (A-delta e C) afferenti al midollo spinale (inibizione pre-sinaptica).

-Mesencefalo: lo stimolo agopunturale, giunto alla formazione reticolare mesencefalica, induce un segnale inibitorio discendente alle corna dorsali del midollo spinale, ed un segnale inibitorio ascendente diretto al nucleo parafascicolare del talamo.

-Neuromediatori: come detto sopra, l’agopuntura provoca l’aumento delle beta-endorfine ed encefaline cerebrali e l’aumento delle dinorfine a livello del liquido cefalo-rachidiano. L’analgesia agopunturale è parzialmente inibita dal naloxone come pure dal bloccofarmacologico dei recettori acetilcolinergici. Un aumentato contenuto di serotonina (tono serotoninergico) cerebrale migliora l’analgesia agopunturale, come pure il blocco farmacologico dei recettori adrenergici. La risposta analgesica all’agopuntura è perciò condizionata da una serie importante di fattori individuali (tono serotoninergico, risposta endorfinica, inibizione del tono adrenergico).

-Altri due fattori sono implicati nell’analgesia da agopuntura: come detto sopra, l’agopuntura può diminuire le concentrazioni di ioni potassio, istamina e bradichinina (sostanze algogene) nel sangue periferico. Inoltre, il fattore psicologico senza dubbio può giocare un ruolo nell’innalzamento della soglia del dolore nel paziente sottoposto ad agopuntura, ma l’efficacia di questa terapia in campo veterinario esclude che tale ruolo possa essere decisivo.

In sintesi, il segnale doloroso, dopo essere entrato nel sistema nervoso centrale, per raggiungere la corteccia deve percorrere molta strada, lungo la quale il corno posteriore del midollo spinale e il nucleo parafascicolare del talamo sono probabilmente due centri chiave, che ricevono e trasmettono la sensazione del dolore. D’altra parte alcuni centri del sistema nervoso centrale, quando eccitati, possono inibirela trasmissione e la ricezione del segnale doloroso. Tali centri sono il nucleo caudato, il grigio periacqueduttale mesencefalico, i nuclei del rafe magno e le loro vie ascendenti e discendenti. Il segnale dell’agopuntura agisce verosimilmente migliorandole prestazioni di questo sistema inibitore (nel quale i neuroni endorfinergici giocano un ruolo fondamentale), sul nucleo parafascicolare del talamo e sul corno dorsale del midollo spinale.