Il primo colloquio in agopuntura

Il primo incontro tra medico e paziente è determinante per poter instaurare una relazione terapeutica efficace ed ottenere buoni risultati sempre, ma lo è in modo particolare nei trattamenti di agopuntura.

Nel grande classico dell’agopuntura cinese, il Ling Shu, è detto riferito al curante: «Quando trattate, siate come colui che spinge il suo sguardo in fondo all’abisso. Niente turbi il vostro animo: nella calma considerate il paziente senza girare lo sguardo a destra e a sinistra. La vostra dirittura richiamerà la rettificazione. Prima di tutto rettificate il vostro Shen: perché è lo sguardo che voi portate al malato che richiama la regolazione del suo Shen».

 

Nella medicina cinese classica lo Shen “E’ la radice della Vita e l’origine della vita mentale” (dal classico Su Wen). Lo Shen corrisponde alla Mente che correlata al Cuore, comprende anche tutte le altre emozioni (mentali e spirituali, responsabile dell’affettività, del pensiero, della coscienza, della memoria degli eventi lontani nel tempo), del sonno e della consapevolezza. Esiste uno Shen universale, che si incarna anche individualmente in ogni essere creato.

In agopuntura, dunque, l’incontro medico-paziente deve essere inteso come un incontro dello Shen del curante con lo Shen del paziente: solo in una condizione di empatia, accettazione e autenticità, il medico può instaurare una relazione con il paziente tale da consentirgli di attivare a sua volta il proprio Shen, cioè le sue migliori energie di mente e di cuore, messe in discussione dalla sofferenza.

Premessa del trattamento è che il medico “Svuoti” il suo cuore (si dedichi completamente al paziente) e si concentri per accoglierlo, capire il suo stato, intervenire con parole e gesti esatti e con una terapia efficace per consentirgli di attivare le forze di autoguarigione presenti in lui.

Il contesto in cui si svolge l’incontro deve essere tranquillo e privo di interferenze e il tempo di cura adeguato.

 

Di solito il paziente arriva alla decisione di rivolgersi all’agopuntura per non aver trovato nella medicina convenzionale risposte adeguate al suo problema e quindi per lo più si è in presenza di condizioni cronicizzate, presenti da tempo. Da parte del curante, oltre alla fisionomia e alla figura del paziente, il tono della sua voce, la vivacità dell’espressione, va raccolta con attenzione la storia del paziente stesso al fine di comprenderne il terreno costituzionale. Le malattie e i disturbi si innestano quasi sempre su elementi di vulnerabilità costituzionale, come definiti dalla medicina cinese.

Nel primo colloquio si concentra l’attenzione:

  • La storia familiare e personale e le situazioni di vita e di lavoro del consultante
  • Le preferenze rispetto alle condizioni atmosferiche e ambientali (caldo/freddo, vento, umidità, variazioni atmosferiche, variazioni circadiane e stagionali dei disturbi)
  • Gusti e preferenze riguardo ad alimenti e bevande
  • Malattie e interventi chirurgici pregressi
  • Trattamenti farmacologici in corso
  • Gli aspetti emotivi essenziali ed in particolare la gestione dei sentimenti di aggressività e della istintività e riflessione. La presenza di lutti, separazioni e/o altri eventi emotivamente traumatici recenti
  • La funzionalità e/o i problemi degli organi di senso e dei principali organi e apparati (respiratorio, cardiovascolare, della pelle e annessi cutanei
  • La condizione degli apparati riproduttivi, che per le donne in particolare richiede di soffermarsi sulle caratteristiche dei cicli mestruali, di eventuali gravidanze e aborti
  • La qualità percepita del sonno, la natura e frequenza dei risvegli, la presenza di sogni ricorrenti.

Nel mio modo di procedere segue l’esame della eventuale documentazione clinica presentata dal paziente e quindi l’esame della lingua e dei polsi, che sono gli strumenti principali della diagnostica della medicina cinese classica. Essi sono la chiave di interpretazione del mondo neurovegetativo del soggetto.

A questo punto si determina se l’agopuntura può essere utile o meno al paziente e in caso affermativo provvedo a stilare un programma di cura, con l’illustrazione delle possibilità e dei limiti del trattamento, nonché degli aspetti economici.

Nel caso si stabilisca un accordo, l’esame della lingua e dei polsi è necessario anche a determinare la scelta dei punti (che sono individualizzati) e del numero di sedute occorrenti, tanto maggiore quanto più il disturbo è di vecchia data.

Le sedute hanno cadenza settimanale ed è essenziale che vi sia una collaborazione fattiva tra paziente e medico, con un feedback circa l’andamento dei disturbi, in modo da conservare l’impostazione iniziale del trattamento, nel caso vi sia una risposta favorevole dopo le prime sedute, ovvero modificarlo in corso d’opera.