La Medicina Cinese si basa ovviamente su una sua lingua ed una sua cultura. Le distanze tra la medicina cinese e la medicina occidentale sono prima di tutto distanze tra ambiti di pensiero più vasti, differenze nella concezione della natura e del suo rapporto con l’uomo, ma ancora più profondamente differenze tra modi di sistematizzare il mondo e di pensarne i problemi. Se le domande che ci si pongono sono diverse, non deve sorprendere che le risposte siano molto differenti e difficilmente comparabili. A chi per la prima volta legge testi di medicina cinese è difficile capire che posto abbiano nel mondo del reale termini come Qi, Yin-Yang, Meridiani, 5 fasi, ecc.
Questo problema è acutizzato dalle cattive traduzioni di questi termini apparse in occidente, che hanno legato la Medicina cinese all’ambito New Age (Qi letto come Forza Vitale è un classico esempio) e che invece le è sommamente alieno. Per superare questo ostacolo è necessario sforzarsi di andare oltre l’aspetto antiquato e strano dei termini, per analizzare invece le relazioni che li legano e imparare ad apprezzare la struttura della teoria. Anche la scienza occidentale contemporanea è piena di termini assolutamente oscuri ai non iniziati e a volte estremamente fantasiosi, ma basarsi solo su questo per condannare una teoria è quantomeno superficiale.
Un altro problema è rappresentato dalle “letture” occidentali della Medicina cinese, spesso polarizzate (anche se negli ultimi anni le cose sono molto migliorate) verso una denuncia acritica e disinformata, che rende la Medicina cinese un fenomeno antiscientifico ed ingenuo; oppure verso un’apologia totale e misticizzante, che considera la Medicina cinese salvifica, la medicina perfetta, il sistema onnicomprensivo.
Entrambi questi approcci non rendono ragione della realtà multiforme del fenomeno, che è il risultato di centinaia di anni di discussione critica, analisi, sperimentazione, approfondimento filosofico che non si sono mai interrotti, che sono riusciti a superare la crisi dell’incontro con la medicina occidentale e che costituiscono il sistema medico principale per una vasta parte della popolazione mondiale.
D’altro canto, questo sistema è figlio della sua cultura, è un prodotto umano, una sistematizzazione che non risponde solo al “dato” ma anche agli indirizzi teorici e al profilo filosofico nel quale è nata, e ne sconta limitazioni e rigidezze. Solo attraverso un approccio storico, che valuti quindi la Medicina cinese nell’insieme del suo sviluppo e delle sue relazioni e non solo nel prodotto finale, si può rendere giustizia a un sistema veramente affascinante anche solo come avventura intellettuale.
Si può citare a questo proposito l’opinione di uno dei più importanti storici della scienza cinese (Nathan Sivin, 1968): la tradizione cinese è certamente scienza, secondo qualsiasi definizione che non sia completamente campanilistica, ma eccetto che a quel livello che la rende scienza, i suoi obiettivi divergono in maniera così costante dai nostri che qualsiasi similitudine diventa gratuita.